Sotto il pelo dell'acqua: natanti robotizzati per il rilievi più difficili.
Siamo ormai abituati a sentire parlare di quadricotteri e altri velivoli senza pilota (in gergo UAV Unmanned Aerial Veichles) per l'acquisizioni di dati per il monitoraggi ambientale, tipicamente immagini nadirali ad alta risoluzione, ma anche fotografie ravvicinate delle aree in dissesto dove l'uomo non può arrivare.
Anche in questi giorni di pericolo idraulico, la televisione parla dell'utilizzo di "droni" da parte della protezione civile per monitorare lo stato degli argini.
Per quanto riguarda il monitoraggio degli specchi d'acqua, l'industria robotica ha creato invece gli USV, (Unmanned Surface Vessels) realizzati per scopi militari fin dagli anni quaranta. Quelli di oggi, dotati ovviamente di sistemi di navigazione GPS rispetto ai cugini aerei hanno una interessante qualità in più: la possibilità di operare senza rischi in modalità completamente autonoma.
Il regolamento ENAC prevede per la maggior parte delle operazioni degli UAV la modalità di sorvolo a vista e appare molto difficile poter ottenere una autorizzazione per rilrvare un ettaro di foresta tramite un percorso predefinito del drone. Meno che mai un rilievo notturno.
Per i piccoli natanti invece è possibile stabilire a tavolino un percorso che copra interamente lo specchio d'acqua e farlo percorre al robot in maniera autonoma, anche di notte. Tanto più che i rilievi batimetrici spesso riguardano zone come i bacini di cava allagati o gli invasi artificiali dove la presenza di persone o altri natanti è impossibile e rischiosa.
Uno di questi prodotti, presentato nel 2012 è un piccolo catamarano (meno di 2m) prodotto da AerRobotix che è spinto da due eliche aeree, senza timone e può operare senza problemi in contesti paludosi dove la presenz adi alghe potrebbe rappresentare un problema per i natanti tardizionali.
Può portare a bordo vari tipi di sensori, anche multibeam. Nel paper di presentazione alla conferenza FIG 2012 vengono riportate le esperienze di rilievo batimetrico della confluenza tra Po e Stura dove l'accuratezza del percorso era assicurata dal segnale GPS corretto in RTK grazie ad una stazione di controllo e di due dighe nei pressi di Auronzo dove invece si è ricorsi al posizionamento tramite una stazione totale robotizzata che tracciava il prisma presente sulla barca.
In questi due casi si è ottenuto un accurato dtm del fondale molto utile per la messa a punto di modelli idrologici e monitoraggio dei rischi. Non manca l'opportunità di utilizzare altri sensori, anche galelgianti, in grado di monitorare lo stato di salute delle acqu, la conducibilità elattrica, il flusso dei canali artificiali eccetera.
Amedeo Fadini
04/02/2014
Il paper presentato alla conferenza FIG 2012 (Alberto Romano e Pierluigi Duranti)
https://www.fig.net/pub/fig2012/papers/ts04d/TS04D_romano_duranti_6118.pdf
La presentazione del prodotto sul sito di AerRobotix
http://www.aerrobotix.com/catone.html
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