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Libero accesso ai dati per creare sviluppo

Page history last edited by Amedeo Fadini 10 years, 2 months ago

Libero accesso alle immagini satellitari motore per l'economia.

 

Sembrearà strano inserire queste righe in questa sezione, in quanto gli altri articoli parlano soprattutto di come l'utilizzo della conoscenza agevola o influenza i processi decisionali. Vorrei invece portare un esempio di come i processi decisionali (in questo caso del Parlamento Europeo) possono influenzare la quantità e la qualità delal conoscenza di cui andermo a disporre: ovvero per un buon utilizzo dei dati geografici è necessario un mutamento culturale che per fortuna è già in corso.

 

Non capita spesso di trovare articoli che parlano di Telerilevamento sul quotidiano economico per eccellenza: il sole 24 ore. Di primo acchito potremmo pensare che l'aspetto economico riguardi la possibilità di investimento per i privati che partecipano alla gestione o all'allestimento dei grandi progetti spaziali, invece si tratta di un assioma classico dell'economia della conoscenza: per creare valore le informazioni geografiche devono essere liberamente accessibili e riutilizzabili.
Queste considerazioni espresse nelle forme più svariate da tutti i soggetti che fanno parte del movimento "Open Data" sono ormai patrimonio condiviso di tutti coloro che si occupano di innovazione e grazie soprattutto alle iniziative in ambito europeo come la direttiva PSI sul valore della "public sector information".

L'intervento, che porta la ben nota firma di Giovanni Sylos Labini, riporta la posizione della EARSC, associazione europea delle imprese di osservazione della terra , che in un recente studio ha sottlineato l'importanza di una politica aperta di acesso ai dati, specie in questo momento in cui il programma Copernicus (già GMES) sta per entrare nelal fase operativa con il satellite Sentinel 1 che acquisirà dati con un sensore radar ad apertura sintetica in banda C. Le esperienze degli altri paesi, USA in primis, hanno dimostrato che è impossibile e antieconomico per gli stati cercare di vendere i dati di osservazione della terra: a livello europeo c'è un sostanziale accordo sull'approvazione di una legge che renda accessibili i dati ricavati da Copernicus (che a regime dovrebbe fornire i primi dati già entro un'ora dall'acquisizione) ma l'Italia, dove i dati catastali e i prodotti IGM sono a pagamento, si distingue per la sua cultura un pochino retrò.

A mio parere questo riflette la necessità di cambiare cultura rispetto alle informazioni e la costituzione di un modello di organizzazione della conoscenza diverso rispetto ai sistemi informativi geografici di vent'anni fa, quando tutte le mappe erano disegnate da qualcuno su carta o tavoletta.
Oggi allestire un sistema di racccolta e condivisione delle informazioni deve prevedere necessariamente anche l'accesso al dato grezzo da parte dei fruitori e l'integrazione con altri dati secondo gli standard dell'interoperabilità. Si tratta di guardare all'informazione in maniera a-specifica e non finalizzata, lasciando aperto lo spazio per altre elaborazioni e integrazioni.

Vedere aprire il dibattito su un quotidiano di Economia, seppure attento da sempre ai temi dell'innovazione fa ben sperare che il dibattito sull'informazione geografica sia uscito dal circolo di noi addetti ai lavori e diventi una delle leve che la politica ha a disposizione per creare nuovi posti di lavoro.

Occorre rimboccarsi le maniche: non si può aspettare che la via per uscire dalla crisi economica ci arrivi dal cielo... oppure sì?

03/02/2014
http://www.ilsole24ore.com/art/tecnologie/2014-01-25/la-miniera-d-oro-dati-che-si-nascondono-le-stelle-110433.shtml

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