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Monitoraggio strutture a rischio

Page history last edited by umberto zulian 11 years, 11 months ago

COSMO SkyMed: monitorare edifici e strutture a rischio

 

http://www.rivistageomedia.it/201204104023/Notizie/cosmo-sky-med-puo-monitorare-edifici-e-strutture-a-rischio.html

 

Acquisizione delle informazioni

Cosmo SkyMed è una famiglia di  satelliti  la cui capacità di monitoraggio si basa sulla misura della variazione della distanza con il “riflettore”: queste misure di spostamento sono in genere relative ad un punto di riferimento fisso rispetto al terreno.

http://www.asi.it/it/attivita/osservazione_terra/cosmoskymed

Viene utilizzata una tecnica SAR (radar ad apertura sintetica con sensori ad alta risoluzione) che utilizza riflettori naturali definiti PS (Permanent Scatterers), cioè che riflettono in maniera ottimale e riconoscibile la banda X delle onde radar, permettendo quindi una misura rilevabile in millimetri.

Il principio alla base della tecnica PS è che combinando due o più immagini SAR è possibile misurare l’entità e la direzione dello spostamento di un Persistent Scatterer.

http://www.pcn.minambiente.it/GN/progetto_psi.php?lan=it#


 

 

 

Trattamento delle informazioni

Attualmente i satelliti finanziati dal Ministero della Difesa e dall’Agenzia Spaziale Italiana stanno producendo immagini per produrre mappe di subsidenza e monitoraggio di strutture ed edifici: pare che per avere un dato certo di movimento temporale siano necessarie circa 30 rilevazioni successive di immagini SAR, cosa fattibile in tempo breve perchè i Cosmo dispongono della possibilità di orientare l'asse di vista

 


 

 

Accesso e condivisione alle informazioni

Dato che queste rilevazioni sono finanziate con i soldi pubblici, sembra ovvio che l'utilizzo di questi sistemi e relativi dati sia totalmente open per la Protezione Civile.

Si sta discutendo attualmente questo argomento in un processo (che vede imputati tutti i componenti della Commissione Grandi Rischi che all’epoca si riunì per valutare il rischio all’Aquila   http://straordinariaresistenza.comunita.unita.it/2012/04/08/laquila-cera-un-satellite-per-valutare-gli-edifici-a-rischio/)

dove si confrontano i più grandi esperti della Protezione Civile, per stabilire se Cosmo SkyMed avesse potuto evidenziare i movimenti degli edifici dell’Aquila che sono crollati nel terremoto del 2009. La risposta al quesito è: siccome per l’Aquila furono rese disponibili solo due immagini, non si riuscì a rilevare movimenti del terreno.

Perchè?

Per attivare la possibilità di orientare diversamente l'asse di vista (ed ottenere più immagini in rapida successione) è necessario dimostrare un'emergenza.......

quasi un paradosso burocratico che impone ad un sistema di monitoraggio dell’emergenza di essere attivato solo a seguito dell’emergenza stessa.

 

Comments (1)

Francesco Gigante said

at 7:44 pm on Apr 30, 2012

Non esiste un sistema di previsione dei terremoti: questo comporta che qualsiasi iniziativa di prevenzione debba essere pianificata a lungo termine sulla base della classificazione sismica del territorio. Ma anche quella era sbagliata..data che l'Aquila sorge a chiazze sui sedimenti di un lago del Quaternario (ottimo per trovare gli elefanti che ci sguazzavano intorno) e quindi su una zona dove le onde sismiche sono amplificate. Aquila è in zona 2 con rischio medio. Quindi nessuno si è preso la responsabilità di spostare satelliti e masse di persone dalla normale attività. Comunque dire che è stato un "cigno nero" proprio non è possibile: in Giappone o in California un terremoto così gli fa il solletico..

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