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Aree urbane trasformate in zone agricole

Page history last edited by Francesco Gigante 12 years ago

L’ONU prevede che nel 2030 il 60% della popolazione mondiale vivrà nelle città: nei prossimi 25 anni le città assorbiranno quasi completamente l'aumento della popolazione dell'intero pianeta. Il fabbisogno alimentare dei grandi conglomerati urbani potrà essere soddisfatto anche con l'agricoltura urbana rendendo l'ambiente urbano in una certa misura sostenibile.
L'agricoltura urbana infatti aumenta la quantità di cibo disponibile alla popolazione vivente nei luoghi ed inoltre permette rifornimenti di frutta e verdura sempre fresca. Dati i ristretti spazi a disposizione il  tipo di agricoltura praticabile è biointensivo e  rappresenta un'azione tesa al risparmio energetico. Questo produzione alimentare è stata molto utilizzato in passato nei periodi di crisi come durante la Grande Depressione del 1929 o  nei periodi bellici della prima e seconda guerra mondiale.
L'espansione delle città spesso avviene a scapito dell'ambiente naturale con la distruzione di ecosistemi e lo sfruttamento delle risorse ambientali ben oltre i limiti accettabili per la loro conservazione. Le città dipendono dall'ambiente rurale loro circostante stressandolo a sua volta: l'agricoltura urbana potrebbe ovviare anche al problema dello smaltimento di materie organiche in eccesso (utilizzate come fertilizzante) e dell’ acqua proveniente dal riciclaggio degli scarichi (utilizzata per l'irrigazione). Ed inoltre contribuirebbe ad aumentare il verde urbano migliorando la qualità dell'aria.
L’agricoltura urbana resta illegale in molti paesi coloniali che hanno basato il proprio sviluppo urbano riproducendo un modello adatto ai climi freddi in stile europeo. Inoltre esistono dei problemi igienici legati all'utilizzazione di pesticidi e di acque non depurate ed alla presenza di bestiame che spingono alla diffidenza per questa pratica. Tuttavia l'agricoltura urbana rimane ben radicata in Asia (dove alcune città in Cina sono sovradimensionate proprio per permettere le culture), in America Latina ed in Africa.
In queste regioni lo spazio da destinare all'agricoltura urbana il più delle volte è maggiore di quanto si possa immaginare, considerando ad esempio i  terreni pubblici incolti o abbandonati attorno a scuole ed ospedali. Qui spesso è necessario un inventario di tutte le aree incolte che le città offrono, considerando anche che non tutti terreni sono adatti alla produzione di cibo ( anche se in alternativa possono essere utilizzati per la floricoltura). Una trattazione più ampia di questi problemi (relativi soprattutto al terzo mondo) si può trovare in  
http://web.idrc.ca/openebooks/226-0/#page_71
Nelle città del Nord del mondo questa pratica è meno diffusa ma esistono alcuni casi molto interessanti da ricordare:
-    a Cleveland, capoluogo amministrativo della Contea di Cuyahoga, nello stato dell'Ohio troviamo le City Farm , fattorie urbane sorte dopo la demolizione di case di proprietà (http://www.ohiocityfarm.com/index.html    http://gonetoswantravel.com/2010/11/10/farm-in-the-city-ohio-city-farm-cleveland/  )
-    a New York alcuni cittadini hanno sopperito la mancanza di alimenti freschi utilizzando i tetti delle proprie abitazioni per coltivazioni private (http://www.nytimes.com/2010/07/28/dining/28roof.html?_r=1    http://urbangardenmagazine.com/2010/08/growing-up-in-manhattan/   )
Una trattazione particolare merita Detroit. La prima esperienza di agricoltura urbana in Detroit è avvenuta nel 1893 in un periodo di profonda crisi economica quando il sindaco Pingree chiese agli abitanti di utilizzare alcuni lotti vacanti per la coltivazione di patate. In seguito la città ebbe modo di riprendersi fino a quando con la crisi della produzione automobilistica  la città sperimentò un forte ridimensionamento passando da circa 2 milioni di abitanti fino agli attuali 600.000. Detroit è attualmente il fantasma della città dell'auto che era trent'anni fa: un resoconto  fedele della sua devastazione può essere trovato in questo documentario del regista Julien Temple dal titolo “Requiem for Detroit” ( http://rutube.ru/tracks/3971045.html ).
Il declino di Detroit è evidente nella grande quantità di spazi abbandonati nei quali sta nascendo una nuova agricoltura (https://www.greenme.it/informarsi/citta/3655-detroit-da-citta-dellautomobile-ad-avanguardia-del-movimento-agricolo-americano ).
Molte persone hanno constatato il fallimento del sogno americano in questa città che sta diventando una meta per chi propone un nuovo modello di vita basato su un rapporto con l'ambiente più equilibrato: è sorto lo Urban Agricultural Movement  (http://www.urbanfarming.org/about.html ) che si batte per la sicurezza alimentare della città.



 

 

 

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